Astrarium Consort

Francesca Cassinari, soprano
Elena Carzaniga, contralto
Paolo Borgonovo, tenore
Alessandro Ravasio, basso
Sofia Ferri, tiorba
Silvia De Rosso, violone

Carlo Centemeri, organo e direzione

Chiesa di Santa Maria alla Porta
Via Santa Maria alla Porta, 10 – 20123 Milano
M1 Cairoli – ATM 1, 4, 16, 19, 50, 61 – BikeMi 20, 21, 22

INGRESSO LIBERO

Mercoledì 23 novembre 2022 l’associazione CANONE INVERSO (in collaborazione con l’Accademia Ambrosiana e nel calendario del Dies Academicus 2022 della Classe di Studi Borromaici) realizzerà un concerto di Astrarium Consort, sotto la direzione di Carlo Centemeri
Il concerto presenterà un programma di grande rarità e pregio: sarà infatti dedicato alla riproposizione di mottetti sacri del seicento milanese, un repertorio oggi in gran parte inedito in ambito discografico e altrettanto molto poco frequentato nei programmi di concerto.
Il programma si focalizzerà su quattro autori del primo seicento, ossia Michel’Angelo Grancini (probabilmente il più celebre tra gli autori milanesi del periodo), affiancato a tre figure di rarissimo ascolto quali Vincenzo Pellegrini, Francesco Lucino e Antonio Maria Turati.
Il seicento Milanese è il secolo della dominazione spagnola, che dura dalla pace di Cateau-Cambresis del 1559 fino all’inizio del settecento, quando Milano passerà sotto il controllo degli austriaci: proprio al centro di questo periodo si colloca la grande peste del 1629-1630, magistralmente descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi e nella Storia della colonna infame. Durante tutto questo periodo la vita musicale di Milano, specie nei centri religiosi, non si fermò mai: abbiamo infatti documentazione praticamente costante di pagamento dei maestri di cappella e di funzioni cantate che si susseguirono anche per sostenere la preghiera perchè la città fosse presto liberata dal flagello; altrettanto, venne stampata musica senza soluzione di continuità per i tipi sia di stampatori milanesi sia di stampatori veneziani, all’epoca tra i più rilevanti produttori mondiali di editoria musicale.
Nell’attività musicale di questo periodo si nota, in particolare, che i compositori milanesi – pur non essendo figure che svolgevano attività anche in altre città – non erano rimasti indifferenti alle novità introdotte dal Monteverdi e dalla sua seconda prattica: accanto alla musica liturgica che continua a perseguire lo stile antico si afferma il mottetto per voci e basso continuo, dove è la musica a seguire la parola, sottolineandone il contenuto; il risultato è un caleidoscopio di effetti che, unito alla grande sperimentazione armonica tipica del periodo, restituisce musica di una straordinaria modernità e che si vuole – con questo concerto e con i progetti che ne seguiranno – riportare a una più ampia fruizione.
Il concerto si svolgerà in un luogo altrettanto coerente con il programma, ossia la chiesa di Santa Maria alla Porta, a due passi da Piazza Castello, edificata in piena dominazione spagnola, nel 1652, su progetto di Francesco Maria Richini (che sin dal 1605 era stato capomastro del Duomo di Milano e che altrettanto firmò i progetti di San Giorgio al Palazzo, del Santuario di San Giuseppe e della facciata di Sant’Alessandro, per citare solo gli edifici a oggi esistenti). Un edificio che è allo stesso tempo simbolo della rinascita dopo la peste e, altrettanto, un gioiello dell’architettura milanese che – pur trovandosi in pieno centro – è poco conosciuto dagli abitanti della nostra città.
Le fonti musicali tramite le quali sono state tramandate le opere di questi autori provengono da archivi di tutto il mondo (Italia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Stati Uniti); sono spesso volumi danneggiati e frammentari e per poterne ricostruire alcune pagine è stata necessaria una lunga opera filologica di collazione dei vari esemplari, basandosi anche su alcune recenti scoperte che hanno riportato alla luce alcuni libri parte che hanno permesso il completamento.
In particolare, le opere di Vincenzo Pellegrini e di Francesco Lucino provengono da un volume a stampa il cui unico esemplare è conservato nella biblioteca del conservatorio di Santa Cecilia di Roma, purtroppo chiusa da alcuni mesi a seguito di un commissariamento dell’ente; grazie alla gentilissima collaborazione dei commissari Francesco Paolo Russo e Paolo Rotili è stato possibile avere accesso a questo inestimabile tesoro, rendendo quindi il presente concerto non solo una riscoperta di un mondo musicale del passato, ma altrettanto una forte sottolineatura del fondamentale ruolo delle biblioteche nella conservazione del patrimonio culturale e degli incessanti sforzi che è necessario sostenere per mantenerle vive.
Il concerto sarà a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.

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